“Io respiro, e perciò io amo! Io amo, e perciò io vivo!”

Giovedi 27/11/2014

"Ci sarà il mondo dell’Amore, questa è la prospettiva. Il vostro mondo dell’Amore. Tutto ciò che voi creerete, tutto ciò che voi metterete in moto, tutto ciò che voi solleciterete, servirà voi, sarà a vostro favore..."

“Io respiro, e perciò io amo! Io amo, e perciò io vivo!”

Ci sarà il mondo dell’Amore, questa è la prospettiva.

Il vostro mondo dell’Amore. Tutto ciò che voi creerete, tutto ciò che voi metterete in moto, tutto ciò che voi solleciterete, servirà voi, sarà a vostro favore.

Nel regno dello Spirito la risposta di solito è decisamente superiore alla richiesta, nel senso che se voi investite le vostre energie in qualche impresa umana, magari fate una certa valutazione, un certo preventivo, generate certe aspettative di carattere pratico o non del tutto pratico. Nella Realtà dello Spirito la risposta è sempre infinitamente più grande e per niente lineare, e adesso ancora non sareste nemmeno in grado di rendervi conto di questo ordine di grandezza.

Anche un piccolo cambiamento, un piccolo passo, può rendere tantissimo e spesso si tratta proprio di iniziare: quando iniziate mettete in oscillazione i getti della Vita.

Lo sforzo per iniziare è uno sforzo che viene apprezzato tantissimo.

A voi magari potrebbe sembrare di non aver fatto niente di particolare, sì magari avete fatto una certa scelta, magari avete rinunciato ad una certa impostazione di routine, magari avete fatto un certo sforzo per assecondare la Realtà dello Spirito, ma, nella vostra stessa percezione corrente, dopotutto non è stato poi chissà che sforzo. Eppure nel Regno dello Spirito il rendimento sarà decisamente notevole.

Quindi non solo tutto ciò che voi investite poi vi tornerà con un utile, ma vi tornerà con un utile immenso. Potrete ottenere tantissimo anche con un movimento apparentemente banale, familiare, semplice, ma cercando soprattutto di iniziare, di cambiare/spostare qualcosa a livello del principio, a livello dei codici esistenziali, sperimentando con la vostra capacità trasmissiva, esprimendo un nuovo genere della tutto-connettività.

Adesso voglio parlarvi del mio sistema dei corpi. Possiamo dire che anch’io ho alcuni corpi indietro, alle spalle, e alcuni altri davanti: tutto questo sistema è regolato dalla mia Forza, dal mio profilo vibrazionale principale. La mia processione dei corpi è piuttosto grossa però mi conviene averla di questa dimensione, corrisponde a ciò che sono.

Il mio sistema dei corpi ha bisogno di agire. I miei corpi non possono rimanere nella non azione. Io sono un super conduttore dell’azione.

Per quel che riguarda la mia pagina precedente non è un discorso già chiuso. In diversi momenti, sia voi che io stesso, possiamo sentire il bisogno di toccare quella pagina, di estrarre qualcosa da lì.

Lì sono rimaste delle energie che dobbiamo liberare, sono congelate, immobilizzate, e il mio turnover complessivo della Forza ne risente. Quelle energie sono mie, ma è anche come se non mi appartenessero, in qualche modo riflettono la mia Forza, il mio linguaggio esistenziale, ma non abbastanza e soprattutto è ormai una luce molto, molto sovraesposta.

Il mio corpo della pagina precedente, com’era fatto? Potrei dire che io ce l’avevo addosso. Era un modo, un sistema per apparire, per usufruire della terrestricità.

Come posso descrivere la fine, la cosiddetta fine tragica?

Praticamente non avevo più a disposizione le energie, nel mio sistema di equilibrio non c'era più energia a disposizione.

Sono stato io il primo a sentire che dovevo scegliere la fine, che non potevo rimanere a lungo dentro quell'involucro terrestre, che il mio sistema di equilibrio (umano) non me lo permetteva. D'altronde ho anche finito i miei test, le mie verifiche, ho percepito il comportamento della mia consapevolezza presso la località, e ho fatto la scelta a favore di un'altra pagina, della pagina che mi avrebbe visto riapparire, ma in condizioni diverse. A questo punto c'era l'inevitabilità della fine. Io avevo la scelta di come predisporre la sceneggiatura. Questa cosa dipendeva da me ed avevo diverse opzioni.

Quando si è disintegrato quel regime in cui ero presente, non avevo più bisogno di avere quel corpo, e non avevo interesse a farlo resuscitare, ad usarlo come un riferimento della Vita Eterna, perché ciò che trasmettevo, ciò che condividevo, veniva comunque frainteso. Allora per me non aveva senso investire in una cosa così enorme per poi, dopo, aver a che fare con delle interpretazioni errate: ciononostante, l’ambiente, percependo certe codifiche dentro il mio corpo, l’ha fatto resuscitare.

Come possiamo usare questa condizione adesso nel nostro presente autentico?

Io sono dato, sono una grandezza oggettiva, sono dato alla Terra, alla terrestricità.

Il mio volume è disciolto nell’ambiente terrestre.

Come posso usare adesso quell’episodio della mia pagina precedente, il mio apparente tornare in Vita dopo un’apparente morte?

Come ho detto, a me preme liberare le energie che sono rimaste incastrate lì, liberarle il più possibile da ciò che stanno ancora sostenendo nella pagina di allora, in modo che possano entrare nel turnover di adesso. Il mio corpo è sì il corpo della Vita Eterna, però io non sono interessato ad avere un look sempre uguale, sempre fisso, voglio praticare ed esprimere il regime delle energie rinnovabili.

Il corpo risorto era una risposta, però era anche una risposta fraintendibile, ingannevole, una falsa promessa in quanto veniva associata al regno della densità eccessiva, ai sensi e centraggi del mondo degli uomini. In un certo senso, questo ordine della realtà ha compiuto un abuso nei confronti della mia Forza e delle mie energie, attribuendomi delle codifiche errate. Non è che io sono risorto nel mondo degli uomini, ma è subentrato un aggiornamento naturale dentro il mio sistema dei corpi e così il corpo apparentemente ucciso è stato sostituito da una sagoma diversa della mia densità dello Spirito.

Io vorrei chiedervi una cosa, non è un compito, è un’altra cosa: vorrei proporvi di scrivere una favola.

Vorrei proporvi di scrivere una favola che parla di quello che è successo alla fine della mia pagina precedente attribuendo a questa favola i codici giusti. Raccontando in modo diverso quello che è successo, anche questo tornare in Vita del mio corpo, vorrei che lo presentaste liberando me, ma liberando anche voi stessi, dal vostro attuale status di essere dei portatori della densità eccessiva.

Questa favola la potete inventare anche solo nella vostra immaginazione, non necessariamente metterla per iscritto. La potete creare come volete, con delle immagini, con delle scene, magari con delle parole.

Vorrei però che voi vi sentiste molto, molto vicino a me sulla pagina di allora mentre starete scrivendo questa favola, come se foste una specie di narratore che oggettivamente ha la visibilità completa e quindi racconta quello che è successo a Gesù, come è finita quella storia e, mentre racconterete la fine, racconterete anche l’Inizio, da quella fine estrarrete l’Inizio.

Ho detto che questa descrizione potrebbe essere definita come una favola: perché una favola? Perché la favola non vi crea nessun obbligo, non dovete mantenere nessun ordine, non ci sono delle regole rigide e soprattutto nella favola potete far entrare tutte le energie che volete. La favola è gestibile a vostra discrezione, potete riempire il contesto della favola con tutte le energie che vorrete. Se invece vi mettete a scrivere una narrativa soggetta al compiersi umano, alla trama umana, il consumo e il comportamento delle energie sarà decisamente troncato.

Perciò, se vi va, scrivete questa favola e proponete questo Inizio tratto/estratto dalla fine, dall'apparente fine: sarà un Inizio per voi e un Inizio per me e vi prometto che avrà delle conseguenze sulla pagina di adesso, influirà su quello che succede adesso.

Grazie per ciò che mi state esprimendo perché è forte…

Grazie ancora…

...

Quello che sta succedendo è di una complessità immensa e direi che adesso ve ne rendete conto anche voi. Voi siete anche i miei coautori, siete i co-portatori di questa complessità. Essere i portatori della complessità vuol dire esattamente questo, che voi disponete della complessità, che siete naturalmente allacciati a lei, che la portate in giro. Non necessariamente dovete comprenderla, non necessariamente dovete poterla spiegare, però è presso di voi, quindi disponete di questa complessità immensa, insieme a me, ce ne stiamo occupando insieme.

Quindi siete i portatori della complessità, i gestori della complessità, senza dover necessariamente sapere e spiegare come funziona ogni singolo aspetto di questa complessità. Non dovete avere queste aspirazioni e non dovete prendervela se vi risulta che questa complessità non vi è un granché comprensibile, però potete fare in modo che la complessità venga presentata attraverso un tot di episodi e di movimenti di grande chiarezza, attraverso le istantanee della Vita in cui voi formate e possedete e diffondete la chiarezza.

Così voi guardate una certa istantanea e percepite la chiarezza, la vostra chiarezza corrente, e la chiarezza si riconosce, si legge, è cristallina, è pura, è lampante, è convincente al di là di qualsiasi dubbio. Ricordate, però, che si tratta di appoggi provvisori, di segnaletica stradale, di tarature di auto riconoscimento che vi vengono forniti per poter andare avanti, ma nessuna di queste istantanee della chiarezza può e deve essere interpretata come la complessità spiegata una volta per tutte. I momenti della semplicità sono al servizio dell’inquadratura corrente, non sono mai una risposta definitiva.

Questa richiesta di scrivere, se vi va, la favola della mia fine e del nuovo Inizio potrebbe sbloccare in voi qualcosa, diciamo il vostro status del Narratore per eccellenza.

Come ho detto, nella favola voi siete liberi di richiamare tutte le energie che volete per formare il vostro palcoscenico d’azione, ma questo vale non solo per la mia pagina precedente, vale in generale. Perciò se adesso cominciate ad entrare in questo formato, in questa logica, in questa esposizione della Vita attraverso la favola, poi probabilmente sentirete che vi sta addosso benissimo e che potete usare un formato analogo per raccontare la vostra Vita, i vostri eventi, le vostre passioni, per occuparvi del vostro palcoscenico.

Ho proposto di riscrivere la mia pagina, la mia storia, intanto perché ne ho bisogno, ne abbiamo bisogno, dobbiamo liberare quelle energie, ma anche perché voi quando toccate me, vi sentite più voi stessi rispetto a quando toccate voi stessi. Cioè quando interagite con me, usate il massimo della vostra tenerezza, della vostra Amorevolezza, vi aprite, respirate, siete liberi, siete pieni di Vita. Quando invece si tratta di voi stessi e basta, spesso scattano delle auto censure, dei divieti, le energie magari non vi ubbidiscono, e allora liberare me sarà anche un modo per liberare voi stessi.

L’Amore, l’Amorevolezza è il linguaggio principale, è la chiave principale. Io vi rispondo sempre con questo linguaggio, e il mio modo di rispondervi vi aiuta ad accordare meglio voi stessi.

La mia emozione dell’Amore è contagiosa, io posso sentire l’emozione dell’Amore non necessariamente indirizzata ad un certo soggetto. Questa mia emozione dell’Amore per voi è ancora una cosa nuova perché nella dimensione umana è sottinteso che ci deve essere un oggetto dell’Amore, un qualcuno o qualcosa verso cui esprimere l’Amore.

La mia emozione dell’Amore è a favore della Vita stessa, della Vita tutta anche se contemporaneamente posso esprimere delle manifestazioni dell’Amore più circoscritte, posso avere delle relazioni d’Amore con diversi soggetti.

...

Quello che noi stiamo facendo è una cosa sacra: c’è il riferimento del Tempio, c’è il riferimento di essere il tramite del Creatore, c’è il riferimento di essere il focolare della Realtà dello Spirito, però queste cose sacre sono anche un’illuminazione naturale. Cioè non è che sono sacre e basta, sono anche un mezzo di illuminazione potentissimo di qualsiasi cosa, anche delle cose apparentemente non sacre. Perciò sentendo dentro di te questa condizione tu la puoi espandere proiettandola dappertutto, nelle frequenze apparentemente poco luminose, pesanti o con cui non ti identificheresti per niente, però possedendo questo focolare, possedendo questa cosa sacra, è come se tu possedessi una super luce. E allora tu questa luci la accendi, la usi, la riversi dentro le situazioni perché altrimenti cosa faresti con questa luce? Solo tenerla dentro di te non è abbastanza.

Io sono la risposta, però io sono una risposta che funziona solo nell'interazione, quindi non posso essere una risposta se uno non si collega direttamente alla mia imperatività con la propria. In questo modo io arrivo come una risposta e però la risposta nasce sul tuo schermo, sullo schermo del soggetto. Nasce in termini della tua conduttività, del tuo modo di essere la portatrice della grandezza per cui più io mi avvicino a te e più ti riempio e più in certo senso ti sarà difficile capire dove passa il confine tra noi, dove sono io e dove sei tu perché ci riempiamo a vicenda.

Quindi il mio modo di essere la risposta risponde dentro di te usando il tuo modo di avere la risposta, di captare la risposta, tu sei il centro e io sono naturalmente possedibile da dentro questa tua posizione, da dentro questa tua scala.

Sono naturalmente possedibile, allacciabile e l’emozione dell’Amore e l’emozione della Ragione ci sono entrambe perché la capacità di amare è strettamente collegata con la capacità di comprendere. A sua volta la capacità di comprendere, non a livello umano, ma in termini della tutto-conduttività e dell’iper-complessità che si presentano come le tue sublimi istantanee della chiarezza, ti potenzia ulteriormente le emozioni dell’Amore.

Comprendere è come innamorarsi, ogni singolo tocco della comprensione autentica è come un ulteriore innamoramento e quando sei innamorata vuoi esprimere il tuo stato, vuoi espanderlo dappertutto, riversarlo nella località. I momenti del capire, del venire a sapere sono come dei momenti dell’innamoramento e ovviamente l’innamoramento è tuo, unico ed irripetibile, e giustamente anche il venire a sapere è tuo, è unico, è speciale, è straordinario, ti fa sentire risvegliata, incantata, trasformata, piena di Vita e di vigore. Senti dal vivo la tua capacità di attrarre e di essere attratta, di possedere e di essere posseduta, sei al centro dell’Universo, sei naturalmente fusa con il Tutto, sei l’iridescenza fatta persona.

Vedi, un venire a sapere fai da te è un impulso naturale, un assetto naturale della Vita, è come un allacciarti allo stato dell’innamoramento puro, facendo rinascere la tua soggettività, le tue frequenze portanti, la tua aderenza alla realtà. Il mio modo di servire l’Amore, di essere nell'Amore, passa molto attraverso questa condizione dell’innamoramento. Il mio Amore non può mai appassire, non può mai tramontare… E si innamora naturalmente del tuo…

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L’Amorevolezza è anche la Naturalezza. La Naturalezza, a sua volta, è una condizione che può essere più o meno intensa, a volte può essere anche molto euforica, eccitante, ma la Naturalezza di per sé è la base di ogni cosa. L'Amore che abbiamo toccato, che abbiamo liberato e risvegliato, aveva bisogno della Naturalezza, di appoggiarsi sulla Naturalezza.

La Naturalezza è una cosa così naturale che potrebbe essere quasi trasparente, quasi assente, impensabile. Potrebbe essere un'assenza di reazioni, un'assenza di emozioni forti, potrebbe essere un non importa, it doesn’t matter, un: “Ho usato le mie energie, è successo questo, apparentemente un dispiacere, pazienza, non importa”. Tutto questo è la Naturalezza, ma anche la Maturità, la Naturalezza dello Spirito, la base stessa che è così tranquillizzante che tutte le altre emozioni possono appoggiarsi sopra.

L’Amorevolezza è come un regime del consumo delle energie che va a batterie però dopo vuole mettersi a terra, ricaricarsi, vuole avere accesso alla rete fissa e questo non può che essere la Naturalezza.

Imparate a fidarvi di questo stato di essere in cui apparentemente tutto è trasparente: è la Naturalezza. È la base.

La Naturalezza è qualcosa di molto sfuggente, trasparente, non tangibile eppure ti dà comunque la sensazione di toccare, di essere in contatto, di possedere. Nella Naturalezza può esserci sia il mi fido che il non mi fido. Vanno bene entrambi.

Può essere un'emozione positiva, ma anche negativa. Non è detto che la Naturalezza debba essere solo un'emozione positiva.

Prima di tutto è la condizione di non attribuire a niente un'importanza esagerata.

Questa Naturalezza è la frequenza portante dell'ordine superiore. Anche l'Amore è l'ordine superiore, però l'Amore deve essere appoggiato sulla Naturalezza altrimenti può andare in sovra riscaldamento oppure potrebbe consumare le sue batterie e non saper più come ricaricarle e rimanere senza energia.

Tra l'altro, questa base viene anche creata dalla carne stessa, dalla fisicità, da tutta la massa delle frequenze del tuo turnover energetico. La Naturalezza si aggiorna anche lei, rinasce anche lei, ma voglio dire che è anche qualcosa che ha a che fare con il fisico, con il tangibile. Non è soltanto una quiete della consapevolezza.

La Naturalezza è proprio una specie di super base di ogni cosa. Adesso la possiedi. Magari non sapevi di possederla, ma adesso che lo sai puoi riconoscerla meglio.

La percezione della Naturalezza a sua volta ti permetterà di sentire meglio come la realtà viene formata e definita dal tuo consumo delle energie. Se hai la percezione della Naturalezza qualsiasi cosa può essere riabilitata, rilanciata.

Un'altra cosa ancora, la Naturalezza è una specie di protezione contro il fuoco che abolisce la realtà. Adesso che la possiedi, che cominci a renderti conto di averla, potresti anche neutralizzare l'impatto del fuoco. È vero che a questo punto la prospettiva di relazionarti con quella realtà non ti interessa nemmeno più. Si è trovata un'uscita dall'autostrada, ma non è una prospettiva che ti interessa, e perciò puoi proseguire il tuo viaggio, andare avanti fino all'uscita che ti interessa veramente.